Se guardando le foto vi venisse il dubbio di aver sbagliato latitudine, vi rassicuriamo che non siete approdati alle Maldive, ma all’arcipelago delle Ebridi.
Una delle meraviglie di questo gruppo di isole sono infatti le lunghissime spiagge di fine sabbia bianca su cui sciabordano le acque cristalline dell’oceano: nei giorni di sole avrete l’illusione di essere ai Caraibi. Rimarrete letteralmente senza parole nell’ammirare gli incredibili colori che circondano queste terre: il bianco della sabbia, il turchese del mare, il verde accecante dei prati che arrivano sulla spiaggia, il giallo e nero delle pulcinelle di mare, il viola delle eriche.
Queste 200 isole affilate l’una alle altre in una linea lunga 200 chilometri affrontano tutti i giorni la furia dell’oceano che s’infrange sulle rocce impervie e sulle imponenti scogliere intervallate da baie riparate e sabbiose. L’entroterra invece è un susseguirsi di formidabili catene montuose che si stagliano su spettacolari brughiere e torbiere acquitrinose punteggiate di minuscoli lochans, ovvero piccoli laghetti.
Come per le Orcadi e le Shetland, anche qui è la natura a dominare sulla presenza umana: sono lande solitarie e abitate da poco meno di 27.000 abitanti e per ore guiderete con la sola compagnia della natura che vi circonda in maniera così assoluta da provare in alcuni casi anche un senso di smarrimento.
A differenza delle altre isole vicine alla costa della Scozia, qui si avverte ancora un senso di isolamento culturale: l’economia di questa popolazione di cultura gaelica non si fonde sul turismo ma sulle attività dell’agricoltura, della pesca, della pastorizia e della tessitura.
La regione di Harris è davvero spettacolare: colline seducenti, verdi pendii abitati dalle pulcinella di mare che degradano verso baie dalla riluccicante sabbia bianca su cui si adagiano acque cristalline e turchesi che sembrano uscite da una cartolina dei Caraibi. Questo è angolo assolutamente sperduto nell’oceano e vi sembrerà di essere gli unici abitanti della terra!
Sebbene sia chiamata isola, Harris è solamente una protuberanza rocciosa di Lewis: la divisione è solamente sulle cartine geografiche e risale alle antiche discordie all’interno del clan McLeod.
Se arrivate da Lewis non perdetevi il tratto di strada della A859 verso Tarbert: attraversa il North Harris, una zona caratterizzata da rilievi piramidali che incombono sulle rive del Loch Shìphoirt, passando attraverso un paesaggio lunare di massi e rocce.
Un’altra strada panoramica assolutamente suggestiva è la B887 che attraversa la Forest of Harris: è una zona brulla, a differenza del nome e qui i norvegesi fondarono una stazione di baleniere, ancora oggi visibile per gli scivoli di carico e i comignoli rossi.
South Harris ha montagne meno spettacolari ma vanta le spiagge più belle di tutto l’arcipelago: se la costa est è frastagliata e inospitale, quella ovest è un paradiso per gli occhi. Qui potrete ammirare spiagge da sogno, magnifiche distese di sabbia bianca spazzate dal vento e lambite da un mare cristallino e dai colori incantevoli. Vi consigliamo di prendervi tutto il tempo per voi: ogni anfratto, ogni curva è una scoperta e non rinunciate per fretta a fare delle soste che vi regaleranno paesaggi da cartolina!
Se avete tempo imboccate anche le stradine secondarie che vi porteranno sul bagnasciuga: non ha prezzo fermarsi e camminare a piedi nudi sulla sabbia bianca. Inoltre queste stradine possono, con un pò di fortuna, fare piccoli regali, come incontrare abitanti del luogo con cui fare due chiacchiere o assistere alla tosatura delle pecore nei numerosi recinti della zona.
Una delle spiagge più affascinanti è sicuramente la vasta distesa di Tràigh Losgaintir: proseguendo però vi troverete davanti a un susseguirsi di spiagge altrettanto meravigliose circondate da dune e da machair, un ricco terreno costiero adibito a pascolo e ricoperto di fiori nella bella stagione.
Quando raggiungerete la punta di Harris, a Roghadal, vi sembrerà di aver raggiunto la fine del mondo: da qui in poi, passando sul versante orientale dell’isola, il paesaggio si trasformerà completamente: la sabbia lascerà il posto alla roccia, il verde al grigio, la dolcezza all’asperità. La desolazione e il senso di isolamento uniti alla tortuosità e lunghezza di percorrenza della strada potranno farvi avvertire un senso di disagio e di solitudine. Ma anche questo è uno degli aspetti delle isole Ebridi esterne.
Per arrivare in questo sperduto villaggio attraverserete una landa solitaria, caratterizzata da un susseguirsi di torbiere punteggiate dai ruderi delle blackhouse, le tipiche case tradizionali dei contadini.
Ed è proprio un villaggio di blackhouse l’insediamento costiero di Gearrannan, che si affaccia sull’oceano: una serie di fattorie tradizionali (l’ultima fu abbandonata nel 1974) sono state restaurate e forniscono al visitatore della povertà e della semplicità della vita in queste terre così sperdute.
Questo villaggio mette a disposizione anche una blackhouse adibita a ostello dove è possibile soggiornare, altre invece sono state adibite ad alloggi con uso cucina affittabili per le vacanze. Per maggiori info: www.gatliff.org.uk
Vi ricordiamo che la domenica sulle Ebridi è tutto rigorosamente chiuso: il sito è visitabile sono esternamente e vi consigliamo anche di attrezzarvi per il pranzo perchè sarà difficile trovare un luogo di ristoro aperto nelle vicinanze.
Poco prima di giungere qui fate a una breve sosta a Bragar: in questo minuscolo villaggio potrete ammirare un autentico arco formato dalla mandibola di una balenottera azzurra che qui si è arenata nel 1920.
Sempre a pochi metri da Gearrannan si trova il Dù Charlabhaigh Broch, la più grande torre fortificata della Scozia realizzata in muri a secco posizionata su uno sperone roccioso sul mare.
Il circolo di pietre di Calanais è uno dei siti archeologici più spettacolari delle isole Ebridi.
Una cinquantina di menhir disposti a cerchio alti fino a 4,5 metri lasciano letteralmente senza fiato, soprattutto se avrete la fortuna di ammirarli al tramonto di una bella giornata di sole, quando sapranno sprigionare tutto il loro fascino arcaico e misterioso.
Gli studiosi ancora oggi si arrovellano sulle origini e sulla finzione di questo cerchio di pietre risalente al Neolitico: l’ipotesi più probabile sia un uso astrologico legato al prevedere il ciclo delle stagioni. Infatti le pietre sono allineate con la posizione del sole e delle stelle e l’agricoltura in questa zona era l’attività principale degli insediamenti umano.
Dopo la traversata in traghetto per raggiungere le isole Ebridi, approdare a Stornoway è come giungere in un posto fuori dal mondo.
Questa piccola città sull’isola di Lewis, è un luogo di frontiera, di pescatori, di viaggiatori che si ritrovano infreddoliti e spaesati circondati dal mare e dalle brughiere.
A parte il porto e piccolissimo centro questa città non ha molto da offrire ma è quasi per tutti i viaggiatori il punto di transito obbligato per iniziare la visita alle isole: il cuore della città è la via pedonale Francis Street su cui si affacciano i pochi pub e ristoranti del centro.
A nord ovest del centro sorge il Lews Castle, simbolo dell’antica oppressione degli inglesi che sfrattarono i piccoli coltivatori della zona.
Da non perdere invece il magnifico Hebridean Celtic Fest che si tiene qui ogni anno nel mese di luglio, info su www.hebceltfest.com.
Anche viaggiando in piena estate vi consigliamo di prenotare il vostro soggiorno: sulle isole le strutture ricettive sono poche e scarseggiano nelle zone più isolate.
I paesaggi e i panorami dell’isola di Uist sono molto simili a quelli di Harris e Lewis: spiagge bianche orlate di splendidi machair (terreni erbosi adibiti al pascolo), i più incantevoli della regione grazie alla spettacolare fioritura dei campi, alti rilievi punteggiati da un labirinto di laghetti deliziosi.
La grande differenza con la gemella Harris e Lewis sta forse nell’isolamento: qui arrivano pochissimi turisti e per lo più interessati alla pesca al salmone e alle trote o al birdwatching. Questo rende ancora più autentica questa isola così remota.
Ci sono diversi siti archeologici da visitare: il Barpa Langais, un enorme cairn con camera di sepoltura, il cerchio di pietre di Pobull Fhinn, in posizione molto pittoresca, i Na Fir Bhreige, tre menhir in cui secondo la leggenda vennero trasformati in pietra da una strega.
Per la visita delle spiagge vi consigliamo di seguire le stradine secondarie e attraversare i piccoli villaggi di fattorie, unico modo per vivere in maniera completa questa splendida isola.
Nella mappa seguente potete vedere la posizione dei principali luoghi di interesse citati in questo articolo.
La compagnia Caledonian MacBryne ha praticamente il monopolio sulle rotte che collegano la Scozia all’arcipelago delle Ebridi e alle isole occidentali ovvero Islay, Jura, Skye, Arran, comprese le più piccole come Rum, Mull, Staffa e tante altre per un totale di 22 isole e quattro penisole.
L’abbonamento Island Hopscotch è consigliato a coloro che intendono visitare più isole prendendo quindi diversi traghetti.
L’abbonamento Island Rover invece da diritto a viaggi illimitati per un periodo di tempo che va dagli 8 ai 15 giorni: è particolarmente indicato per coloro che hanno in programma un viaggio specifico dedicato alle isole. Attenzione però che questo tipo di abbonamento non garantisce la prenotazione del posto: occorre sempre riservare i posti in anticipo.
In alcune tratte da metà aprile a metà maggio il servizio viene sospeso la domenica fatta eccezione per il giorno di Pasqua: è sempre meglio controllare in anticipo.
Per maggiori informazioni visitare il sito ufficiale.